Monday 2 November 2015

Soap Opera

ITA:
Buonasera, cari

Non vi soffermate troppo sul titolo... Non mi sono fatta prendere dal panico a causa della chiusura (finalmente) di Beautiful ma, come sempre, ho trovato un titolo accattivante per un post forse un po' meno interessante!

Partiamo dal presupposto che, come si dice in Italia, "paese che vai, usanza che trovi" e che non si possa criticare a priori qualsiasi comportamento strano, o semplicemente diverso, che le persone hanno; oggi mi sento di condividere con voi l'esperienza più scioccante che io abbia mai provato nel Regno Unito.

No, non sto parlando di incontri ravvicinati del terzo tipo con personaggi discutibili, né di situazioni strane e particolari che si possano riscontrare solo qui. No. NO. NO!
Sto parlando del lavare i piatti.

-Eh?!- direte voi.
-Ebbene sì- risponderò io, perché gli inglesi hanno un modo tutto loro di lavare i piatti.

Tanto per cominciare, spesso, in cucina hanno due rubinetti: uno caldo e uno freddo. Questo implica lo scegliere tra il congelarsi e lasciare i piatti "insugnati" o il bruciarsi per pulire i piatti a fondo.
Proprio per questo motivo, il 99% delle case sarà dotato di bacinella di plastica appoggiata nel lavandino. A cosa serve? A mischiare l'acqua.

Fin qui, in realtà, nulla di sconcertante, no?
Il problema viene dopo.

La suddetta bacinella viene riempita di acqua e sapone e i piatti vengono immersi per essere puliti con la spugnetta (anche fin qui tutto bene, no?); dopo una veloce sciacquettata nell'acqua e sapone... TAC! I piatti sono pronti per l'aggeggio di plastica di cui tutte le case sono dotate.

Non vi sembra manchi un passaggio?

Avete ragione, amici miei, i piatti DEVONO essere risciacquati da eventuale "sugna" e sapone rimasto. A quanto pare, però agli inglesi piace la sugna ma, soprattutto, piace il sapone.

Quale popolazione sana di mente non risciacqua i piatti? E soprattutto, come fai a non pensare che una volta che li riutilizzi i piatti sono ancora incrostati di sapone?

Loro dicono che noi sprechiamo un sacco di acqua nel risciacquare i piatti. Io dico che il sapone se lo possono mangiare loro!

Che poi, se lavi i piatti nella stessa bacinella senza cambiare l'acqua, sbaglio o la suddetta sugna rimane felice a galleggiare?

Ci sono vari motivi per cui non mi considero e non mi considererò mai inglese, i piatti saponosi sono uno di questi.

ENG:
Good evening, dearies

Don't focus too much on the title... I haven't got mad for the closing down of Beautiful but, as always, I just looked for an interesting name for a quite less interesting post.

Let's begin with the Italian saying "paese che vai, usanza che trovi" literally meaning "to any country you go a custom/habit you find" and let's go on saying we can't just plainly criticise any weird or simply different behaviour people have; however today I feel like I have to share with you one of the strangest things I've ever seen in the UK.

No, I'm not talking about alien meetings with weird characters, neither about weird or peculiar situation one could only find here.No. NO. NO!
I'm talking about the washing up (or dish washing as you prefer)

-Whaaat?- you will ask,
-You got it right- I will reply, as English people have a pretty fu**ed up way of washing the dishes.

To begin with, often there are two taps in the kitchen sink, one is hot and the other (as you can guess) it's cold. This implies you have to choose between freezing and leaving the dishes as dirty as the start or burn your hands and clean the dishes properly.
For this reason, 99% of the houses is equipped with a lovely plastic basin lying in the sink. What's its use? Mixing water.

Up to this point nothing sounds too weird, right?
The problem comes later.

The basin is filled with soap and water, where the dishes are immersed to be cleaned with the sponge. (still, everything sounds normal, uh?) Well, after a quick rinse in soapy water... TAC! the dishes are MAGICALLY clean and they can be put on the plastic thing close to the sink.

Don't you think we're missing one step?

HELL YEAH, my friends, the dishes NEED to be rinsed, to be cleaned properly from food and excess soap. However, apparently, English people love soap really much.

Which sane population leaves soap on the dishes? And, most importantly, how can you not see that the dishes are covered in dried up soap??

They say we waste a lot of water in rinsing the dishes. I reply that they can eat the soap!

And if you wash the dishes in the soapy water (which is always the same), doesn't it get dirty after a while?


There are many reasons I can't, don't and will never consider myself British, soapy dishes are one of them.


Wednesday 27 May 2015

La difficile vita al servizio dei clienti (stronzi)

Come molti di voi sapranno (perché me ne lamento a profusione) per mantenermi in questa ECONOMICISSIMA città, io lavoro in un simpatico fast-food nella stazione di King's Cross che per motivi legali chiamerò Tiger.

Questo fast-food si vanta di offrire "cibi sani" (a prezzi insani) e per questo utilizza dei nomi accattivanti (tipo "baked fries" (patate cotte al forno) per delle semplici patate surgelate sbattute nel forno) per attrarre gli inglesi che, saranno pure pieni di soldi e con un'economia da farci invidia, ma di certo non brillano per intelligenza (e parlo con cognizione di causa, credetemi).

Il problema maggiore, come in tutti i posti di lavoro, non sono tanto colleghi (fortunatamente lavoro con persone che mi sono simpatiche), né i manager (che sono un po' tutti schizzati, ma penso sia così ovunque) ma più che altro i clienti.

Partendo dal presupposto che io divido il mondo in stronzi e non-stronzi, in questi 8 mesi di lavoro a stretto contatto con LAGGGGENTE penso di averne viste e sentite di tutti i colori.

1) Pronuncia

Visto che i boss geniali decidono di utilizzare nomi esotici, gli inglesi tendono a storpiare il nome della metà delle cose che vendiamo.

Aioli (letto come si scrive) diventa Aiolai (1a. pers. sing. del passato remoto del verbo "aiolare"), Aiole o, il mio preferito, ALOE.

Spesso, quindi, ti senti chiedere un pollo all'aloe o dell'aloe per le patatine.

Oppure, ti viene chiesto un eXpresso e tu ti domandi se desiderino un treno o un semplice caffè.

2) Generalizzazione 1.0

Ai clienti non piace essere specifici, quindi tu dovrai utilizzare tutti i poteri psichici che possiedi per leggere il loro pensiero e capire cosa vogliono.
La mattina lo scenario è questo:
(premessa: gli inglesi hanno mille tipi di caffè. La base è un espresso con l'acqua calda... BLEAH... e poi ci sono i vari caffè con il latte caldo, l'espresso e i vari tè.)

-vorrei un bacon muffin e un caffè-
-quale caffè desidera?-
-caffè-
-sì, quale caffè?-
-caffé!- e qui iniziano ad arrabbiarsi.
-ok, ci sono vari tipi di caffè. Vuole un americano?-
-No un cappuccino!-


E DILLO SUBITO, LIMORTACCITUA!

2)Generalizzazione 2.0
Purtroppo, noi serviamo diversi piatti contenenti pollo. Un'insalata, una scatola con riso e insalata e una specie di piadina.
Spesso i clienti entrano e, dopo aver fissato il menù per circa 10 minuti, arrivano finalmente alla cassa spavaldi:
-Chargrilled chicken!-
-Salad, box or wrap?-
-Chicken- e tu lì riesci a vedere la vuotezza dei loro occhi.
-sì, lo so. Abbiamo diverse tipologie di pollo. Lo vuole su un'insalata, su riso o in una piadina?-
-aaaaaah! insalata!-

3)Quello.
Un'altra fortissima abilità dei clienti è chiedere di dargli "quello".
Il più grande problema è che tu hai il menù alle spalle e devi un po' indovinare cosa intendano.

4) Mangi qui o porti via?

Una delle domande d'obbligo per i fast food è chiedere se il cibo sia da asporto o se, invece, desiderino un vassoio.
Alla domanda "eat in or take away?" il 90% degli inglesi risponderà: YES.
YES A COSA?
Dopo qualche mese ho realizzato che quel "sì" si riferisce all'ultima cosa che hai detto, quindi se dirai "eat in or take away?" si riferirà al "take-away".

5) Take away
Una volta che tu avrai dato loro una busta, loro si siederanno comunque a mangiare dentro. 100% assicurato.

6) Le posate sono nella busta
Quando invece faranno veramente ciò che hanno detto, ovvero porteranno via il loro cibo, tu dirai come da copione che "le posate sono nella busta".

Scena:
-ecco, prego. Le posate e i tovaglioli sono nella busta.-
-grazie. La forchetta c'è?-

Se dico posate, linguisticamente, intendo tutto ciò che è considerato posate. Ok, certe volte non presti attenzione ma, CAVOLO, te l'ho appena detto!!

7) Siamo chiusi
Come ogni fast-food che si rispetti, abbiamo degli orari di apertura e chiusura disumani.
Nel finesettimana, quando tutti gli inglesi ricchi escono a bere, ci capita di dover spiegare a clienti leggermente alticci che, purtroppo, siamo chiusi e non possiamo servirgli alcun cibo.
Le risposte sono delle seguenti:
-Ma io vedo che avete cibo lì!-
-sì, ma io non ho la cassa per farla pagare e, soprattutto, quel cibo è ormai freddo e immangiabile-
-ma io vedo il cibo!-

-c'è qualcosa che sia aperto?-
-sì, c'è McDonalds fuori la stazione che è aperto 24 ore-
-Non me ne frega un cazzo di McDonalds-
(a cui il manager ha finalmente risposto: -e allora non me ne frega un cazzo neanche a me-)

-mi dispiace siamo chiusi-
-ma io ho fame-
-e noi siamo chiusi-
-ah! Mi farete morire di fame!-

8) paghiamo separati

Ci saranno sempre i clienti che ordineranno tutto insieme e poi ti guarderanno con faccina da cane bastonato e diranno: -possiamo pagare separati?-


Insomma, il cliente avrà pur sempre ragione ma io non ho tutti i torti a volerti bastonare.



Wednesday 28 January 2015

We don't need no education

Ciao gente!
Lo so, anche se non volete ammetterlo, vi sono mancata.
La mia vita procede alquanto freneticamente e poi quando manca l'ispirazione è inutile scrivere post insulsi (sì, ho appena detto che i miei altri post non sono insulsi).

L'argomento di oggi, come si potrà capire dal titolo, è l'istruzione.
Come nel nostro belpaese, l'istruzione pubblica inglese non è delle migliori e me ne sono accorta aiutando la  bimba a cui facevo da baby-sitter a fare i compiti.

Facendo le dovute distinzioni (ovvero imparare a leggere e a scrivere in inglese può risultare molto più complicato data l'apparente assenza di regole logiche di spelling), il sistema educativo inglese mi lascia alquanto basita.

Prima cosa, non scrivono le lettere nel nostro stesso modo.
Mi spiego: vi ricordate tutte quelle ore in cui la nostra maestra delle Elementari ci spiegava come scrivere nei diversi alfabeti? E come ci rompevano le scatole sulla differenza tra corsivo e stampatello?


Bene, dimenticatelo. Il modo in cui loro imparano a scrivere è un alfabeto che rimane, per noi, un miscuglio tra i due che conosciamo.

Andando avanti, sono rimasta scandalizzata dalla modalità in cui imparano le tabelline. Queste vengono affrontate in TRE ANNI. Ora, in tutta sincerità, io non ricordo come e quando ho imparato le tabelline ma, dopo aver chiesto conferma a mia madre, mi è stato confermato che le ho imparate in qualche mese e che le abbiamo affrontate con logica (prima le più facili (quella del due e del 5, per esempio) e poi quelle più stronze (vedi il MALEDETTISSIMO SETTE)).
Che abbiano paura di spaventarli troppo con i numeri?

Spostandoci ad argomenti più delicati, un inglese medio che abbia studiato nella scuola dell'obbligo pubblica è, in media, più ignorante di un italiano che si trova nella stessa situazione. 
Mentre noi siamo catapultati nel mondo della storia, della geografia e della storia dell'arte in ambito mondiale, loro si concentrano sui temi principali. Un ventenne che studia a UCL, ad esempio, non sa cosa significhi nella sua lingua la parola "scisma", probabilmente avrà studiato l'impero romano per sentito dire (INGRATI!!) e probabilmente penserà che Donatello, Leonardo, Raffaello e Michelangelo sono solo le quattro tartarughe ninja.

Dall'altra parte, invece, trovi le persone che per meriti non propri (ovvero i genitori C'HANNO LI SORDI) hanno avuto l'opportunità di studiare ad Eton o in chissà quale altro college cazzuto e sanno tutto di tutto e tutti, diventando alla fine persone con cui non puoi parlare di cose che non riguardino la politica attuale, come risolvere la questione energetica o quale ultima mostra stra-figa sono andati a vedere.

Ora, in tutta onestà, io non mi considero estremamente istruita, né mi considero un'ignorante patentata. Sono sempre stata propensa a studiare ciò che mi piace (so molto di più di storia che di filosofia, so molto più di italiano di quanto sappia di matematica) e non ne ho fatto segreto a nessuno, professori compresi.

L'istruzione in questo paese è elitaria. L'università costa un occhio della testa e non tutti possono permettersela (grazia mamma e papà), lo student loan te lo ripaghi in anni di duro lavoro e, una volta che hai una famiglia tutta tua, la tiritera ricomincia.

Come si può vivere in un paese dove non puoi permettere di mandare tuo figlio all'università?
Fosse vero che in Italia facciamo qualcosa meglio?