Thursday 19 June 2014

Trasferirsi nel Regno Unito, 10 semplici passi


Hello, hello, hello cari ammiratori! (Grazie, Mamma, tu sì che ci sei sempre per me!)
Nell'ultimo post ho affermato di non avere né tanta voglia di scrivere né idee da condividere con voi. Era una bugia, a quanto pare.

Grazie, inserviente! Bene, ora si comincia!
Oggi ho intenzione di riassumere l'idea i trasferirsi nel Regno Unito in 10 piccoli passi, tanto per farvi capire che lo può fare qualsiasi primate col pollice opponibile (e credetemi, ne ho incontrati tanti qui):

Step(p)ONE: 

(Hahaha che gioco di parole divertente che ho usato, steppone, grande step! Ah! I'm hilarious!Ok, scusate.)

Il primo passo è, ovviamente, comprare un biglietto aereo. Facile, direte voi. No!
Partiamo dal presupposto che, se avete intenzione di trasferirvi, anche solo per tre mesi, avrete bisogno di tantissime cose (vestiti, biancheria, cappotti ecc.) e viaggiare in aereo limiterà le vostre capacità a un bagaglio a mano da 10 kg (in caso di Alitalia 8 e in caso di easyjet infiniti) e ad un bagaglio in stiva da 20/23 kg. Potreste anche provare a portare un bagaglio in più ma, credetemi, viaggiare per Londra da soli  e pieni di valigie non è il massimo del comfort.

Ovviamente, a seconda della compagnia aerea che sceglierete, giungerete in diversi aeroporti della città. Io li ho provati praticamente tutti e, a parte Stansted maledetto (il caso vuole che sia l'aeroporto dove atterra Ryanair), sono tutti relativamente vicini e ben collegati (Heathrow e il City Airport hanno addirittura la metro!)
Quando comprate il biglietto, però, assicuratevi di voler davvero trasferirvi all'estero, perché sennò fate un piacere a tutti noi e ve ne state a casa. Non venite a lamentarvi di quanto vi manchi l'Italia solo perché qui non vendono la mortadella.

Passo n°2:
Una volta deciso di acquistare il biglietto e una volta che siete completamente sicuri di voler venire a vivere qui, viaggiate con il Passaporto e non con la Carta d'Identità (se lo avete, ovviamente).
Il motivo è semplice: la nostra Carta d'Identità che, come si evince dal nome è fatta di CARTA, viene derisa da chiunque. Alla dogana vi guarderanno malissimo e forse, se sono in vena, vi faranno anche una battuta. Inoltre, col passaporto elettronico, si può "saltare la fila" (non fate gli italiani, eh, la fila si fa comunque) ed andare agli e-gates che sono più veloci e, soprattutto, non vi prenderanno in giro.

Passo n°3:
Bravi! Siete qui! Prima cosa, uscite dall'aeroporto. GUARDATE A DESTRA! Una delle prime cose che si devono imparare vivendo nel Regno Unito è che loro guidano dalla parte sbagl... ehm, diciamo, opposta rispetto a noi.
Ringraziando il cielo lo sanno e la città è tappezzata di "look left" e "look right" con tanto di freccia. Pian piano vi abituerete e, quando tornerete a casa, avrete problemi a guidare perché penserete sempre che la strada sia vuota (i vostri amici/genitori vi salveranno dal rischiare di perdere la vita).
Passo n°4:
Siete usciti dall'aeroporto, siete arrivati a Londra città e ora? Si comincia a divertirsi: CERCHIAMO CASA!
Bisogna essere fortunati, qui. I prezzi sono esorbitanti e spesso vi troverete a condividere "shitholes" con persone fuori dal comune. Io sono sempre stata relativamente fortunata. Ci sono tante agenzie, siti e modi per trovare una stanza... ma attenti a non farvi fregare!

Passo n°5:
Una volta trovata casa, troverete anche i coinquilini. Come in ogni houseshare che si rispetti, non avrete un coinquilino normale neanche a pagarlo oro. Penso sia per questo che esista la pagina "il coinquilino di merda".
Saranno, solitamente, sporchi, disordinati, ruberanno il vostro cibo anche quando ci scriverete il vostro nome sopra a caratteri cubitali. Sperate almeno siano simpatici!

Passo n°6:
Ok, i coinquilini sono un no. Facciamo amicizia fuori da casa.
Non riuscirete mai a sentirvi homesick data l'enorme quantità di italiani, ma scegliete bene. Non passate la vostra permanenza nel Regno Unito con soli italiani. Fa male a voi, al vostro inglese e al vostro soggiorno. Uscire con italiani fa bene al morale, soprattutto in questo periodo di mondiali ma aprite i vostri orizzonti. Siate curiosi, parlate con gruppi di estranei, parlate con chiunque non sia un matto scocciato. E' divertente. Potreste finire a giocare a forza4 con un gruppo di inglesi ("please, we can't loose to Italy twice in a week") o con un irlandese e un australiano appena usciti da lavoro. E' divertente, fa bene alla salute e soprattutto vi fa parlare inglese.

Passo n°7:
L'Inghilterra, come dice il nome, non è l'Italia. Gli orari qui sono sballati. I pub chiudono presto, fatevene una ragione. Non lamentatevi e abituatevi, sennò tornate a casa.

Passo n°8:
Mamma non sarà con voi (T_T) quindi dovrete abituarvi a fare la spesa, cucinare, lavare i panni e stirare senza di lei.
La prima settimana sarà un continuo skype, whatsapp su come si accenda una lavatrice e quale programma si debba usare... col tempo diventerete esperti e vi farà strano tornare a casa e non doverlo fare (falso! E' bellissimo!).

Passo n°9:
Non potrete affermare di aver vissuto nel Regno Unito se non riuscite a esprimervi senza sembrare babbuini. L'inglese è una lingua strana e, sotto certi aspetti, semplice. Io ho imparato l'inglese guardando film, leggendo libri e ascoltando musica (dopo che una mia Prof. del liceo al primo anno ha affermato che io non avrei mai imparato l'inglese). Ci vuole un po' di impegno, ma si può fare. Cercate di nascondere il vostro accento, non perché sia una vergogna, ma perché, come a noi fa ridere un inglese che parla italiano, a loro fa ridere un italiano che parla inglese. 

Passo n°10:
Una volta che si è diventati padroni di lingua, usi e costumi, bisogna iniziare a confondersi in mezzo ai locali. Vivendo qui inizierete ad evitare i luoghi "turistici" e comincerete a sentirvi parte integrante di questa città. E sarete orgogliosi di chiamarla casa.



Sunday 15 June 2014

Few words

ITA:
Non ho molto da dire, ultimamente. Ho poca voglia di parlare e non riesco a mettere in croce due pensieri.
Voglio velocemente condividere con voi quanto bello sia stato, ieri, sentirsi a casa. Per un momento, per una cazzata come il calcio.
Prima cosa, mi sento in dovere di ringraziare i miei romani: Francesca, Silvia e Matteo, che hanno reso la serata un po' più speciale;
Seconda cosa: tutti gli italiani che abbiamo incontrato per strada, alla fermata e in qualsiasi altro luogo.
Perché il calcio sarà ormai corrotto, rovinato, giocato da miliardari incompetenti ma è sport. E lo sport è importante per tutti ed unisce i cuori. Alla fine unisce anche avversari.

ENG:
I haven't got much to say lately. I don't want to speak a lot and I'm not able to write down the few things that I would like to.
I would just like to share with you how wonderful it was, yesterday, to feel at home. Just for a moment, just for a bullshit like a football game.
First of all I feel the urge of thanking my Romans: Francesca, Silvia and Matteo, who made the night a little bit more special;
secondly: all the Italians we met on the street, at the bus stop and anywhere else.
Football may be corrupted, ruined, played by incompetent billionaires but it is sport. And sport is important and makes people get closer, even opponents.